giovedì 8 gennaio 2004

 

 ROVERETO VALLAGARINA

 

 


La Manifattura Tabacchi di Sacco

Ora trema anche la Manifattura
L'onorevole Olivieri porterà il problema in Parlamento
LE STRATEGIE Privatizzazione: brutti segnali


ROVERETO. Il polo fumo roveretano si sta sgretolando. E i sindacati cominciano a intravedere all'orizzonte una strategia di riorganizzazione che preveda la completa cancellazione di Rovereto dalle mappe di produzione. La decisione della Filtrona non è casuale: avviene esattamente alla scadenza della garanzia richiesta dallo Stato italiano al momento della privatizzazione. L'impegno della multinazionale siglato al momento dell'acquisto dello stabilimento prevedeva infatti che l'occupazione sarebbe stata salvaguardata appunto per tre anni. Ed è lo stesso impegno che c'è per Aticarta e per la Manifattura. La prima è finita al gruppo Reno de Medici e le difficoltà dello stabilimento roveretano sono palesi. Per la Manifattura di Sacco, invece, il passaggio alla Bat è ormai cosa fatta, ma ancora non si conosce il ruolo dell'azienda roveretana nel vasto panorama strategico del colosso del tabacco.
«E' chiaro - spiega Paolo Baldo della Cgil - che questo è un brutto segnale per tutto il polo fumo. C'è sotto una strategia complessiva che passa sopra le nostre teste e che usa operai e stabilimenti come semplici pedine su uno scacchiere internazionale. Perchè mai la Filtrona deve tenere in piedi lo stabilimento di Salerno più piccolo e di certo non all'altezza di quello roveretano? Potrebbe, banalmente, fare coppia con lo stabilimento della Bat di Lecce e così concentrare la produzione nel sud dell'Italia. A nord la Filtrona è già coperta dallo stabilimento svizzero appena acquisito, tanto più che la Philip Morris produce i filtri direttamente in casa, a Bologna, e quindi può fare a meno della produzione Filtrona di Rovereto. Insomma, qui si tratta solo di organizzazione logistica e strategica, studiata e applicata da un'azienda multinazionale che ha di fatto il monopolio del suo settore. E quindi può fare il bello e il cattivo tempo».
E Rovereto è stata già scottata parecchie volte dalle multinazionali: Grundig e Sony hanno lasciato profonde ferite nel tessuto sociale e occupazionale locale. «Non è accettabile - aggiunge Baldo - che una multinazionale si faccia beffe di un'intera comunità. A questo punto si devono muovere i politici e anche lo Stato deve fare la sua parte: questo è chiaramente il primo effetto nefasto della privatizzazione dell'Eti».
Al vertice di ieri era presente anche Luigi Olivieri in rappresentanza dei parlamentari ulivisti trentini. Verrà presentata un'interrogazione a Roma per chiarire una situazione che lo stesso deputato definisce gravissima, anche in prospettiva della tenuta del polo fumo.