venerdì 9 gennaio 2004

 

 ROVERETO VALLAGARINA

 

 


La conferenza stampa ieri mattina in municipio

Presidio notturno per difendere lo stabilimento
L'amministratore di Filtrona: «Il confronto ci sarà ma al momento opportuno»
LA CRISI DEL LAVORO


ROVERETO. Presidio costante, anche di notte, e ricerca di cavilli legali e politici per mettere "sotto tutela" lo stabilimento. Questo almeno fino a quando la Filtrona non si deciderà ad uscire allo scoperto, spiegare il perché della sua drastica scelta e, soprattutto, mettere sul tappeto delle prospettive. «Al momento opportuno diremo tutto quello che c'è da dire - spiega da Roma l'amministratore delegato Dylan Jones - e al più presto apriremo il tavolo delle trattative, al quale non abbiamo nessuna intenzione di sottrarci. Ora non è ancora il momento».
La giornata di ieri è stata vissuta in modo frenetico. L'annuncio dell'altro ieri della chiusura dello stabilimento roveretano Filtrona con la messa in mobilità dal primo di aprile di 104 dipendenti (oltre al mancato rinnovo di una decina di contratti a termine la cui scadenza è prevista in buona parte a marzo) ha sconvolto il mondo lavorativo lagarino. Non tanto, e non solo, per il fatto, sia pure gravissimo già in sé, ma per le prospettive che questa crepa che si apre clamorosamente nel «polo fumo» lascia intuire per Rovereto.
Mentre gli operai erano in fabbrica dove hanno la possibilità di produrre ancora per una settimana (le materie prime stanno finendo e i camion di rifornimento sono stati dirottati verso lo stabilimento di Salerno: si lavora fino ad esaurimento delle scorte e poi i macchinari saranno definitivamente fermati), i sindacati e i rappresentanti di fabbrica stavano cercando di organizzare una strategia di difesa assieme ai politici. Il sindaco Roberto Maffei di buon'ora è andato nello stabilimento in zona industriale per incontrare di persona gli operai e cercare di capire meglio la situazione. Subito dopo c'è stato il vertice in Municipio, nel quale, per la verità, non è emerso granché. Se non l'impegno chiesto e ottenuto al sindaco di fare pressione sulla Provincia affinché venga aperto subito il tavolo delle trattative con la proprietà, per limitare almeno i danni sul tessuto occupazionale locale di una chiusura che ormai sembra inevitabile.
La richiesta più provocatoria è arrivata forse dal sindacalista della Cisl, Pomini, che ha chiesto una sorta di azione di forza da parte dell'ente pubblico per mettere "sotto tutela" lo stabilimento. «Fino a che non si farà vedere la proprietà e ci spiegherà le ragioni dell sua decisione e le prospettive concrete per il prossimo futuro, nostro dovere è tenere cristallizzata la situazione e impedire che Filtrona si porti a casa le macchine e ci lasci qui solo i mattoni».
Da Roma, l'amministratore delegato non ha però certo intenzione di nascondersi. «Nelle lettere che abbiamo spedito il giorno 2 gennaio secondo la procedura - spiega Dylan Jones - abbiamo chiarito tutto. Forse ci sono stati degli intoppi postali in queste vacanze natalizie, ma non abbiamo nascosto nulla. Sono però convinto che le cose vadano dette nei luoghi opportuni e quindi nel momento in cui apriremo le trattative. Ora non posso dire altro. La dirigenza della Filtrona s'è fatta vedere in azienda, dove è arrivata una squadra di tre persone fra cui c'è anche un rappresentante di Filtrona (il capo amministrativo Laurence Mitchell, ndr). Se verrò anch'io a Rovereto? Ceto, è ancora prematuro dire quando, ma al momento opportuno verrò. Ora abbiamo tanto da fare nello stabilimento di Salerno». Per quanto riguarda le intenzioni della Filtrona e quali saranno i margini di manovra nella trattativa, l'amministratore delegato non vuol dire nulla. Ma assicura che il confronto ci sarà. Non subito, ma ci sarà. Jones esclude poi azioni di forza per smantellare lo stabilimento e non si sbilancia sulla proposta che verrà avanzata dalla Provincia di acquisto dello stabilimento.
I sindacati hanno insistito molto su questo fatto: visto che la decisione di licenziare è stata presa, almeno salviamo il patrimonio immobiliare (anche per evitare speculazioni) e mettiamo in moto l'Agenzia per lo sviluppo affinché si individui un imprenditore che porti in città una nuova attività produttiva.
E' un po' sempre la logica della corsa ai ripari, che lo stesso Maffei - pur non dicendolo esplicitamente - vorrebbe superare. «E' forse l'occasione - ha detto il sindaco - di fare anche un ragionamento più ampio sull'area Casotte e sull'ex Alumetal in modo da avere delle realtà su cui dare respiro all'occupazione. Quella che stiamo vivendo oggi è la logica disumana dell'eccessiva liberalizzazione del mercato». Tutti, però, sindacati e politici, hanno negato che la gestione della privatizzazione del polo fumo a Rovereto sia stata caratterizzata da qualche errore o dalla mancata individuazione di quelli che erano gli scenari futuri nei quali le multinazionali avrebbero dettato le loro regole. E senza sconti a nessuno.