sabato 10 gennaio 2004

 

 ROVERETO VALLAGARINA

 

 


Le materie prime in fabbrica stanno per finire (foto Fiorini

La Filtrona ha tagliato il cordone ombelicale

Stabilimento in agonia: non arrivano materie prime e nessuno preleva il prodotto

LA CRISI DEL LAVORO

ROVERETO. Quella della Filtrona sarà una lenta agonia. Lo stabilimento roveretano è stato di fatto isolato dalla multinazionale che ne è proprietaria: il flusso delle materie prime è stato interrotto. Ora si lavora fino ad esaurimento delle scorte, cioè per meno di una settimana. A creare ulteriore angoscia ci si sono messe pure le poste italiane. Le dieci raccomandate ufficiali con il "decreto di morte" della fabbrica spedite da Roma il due gennaio scorso, infatti, sono rimaste coinvolte in un colossale black out postale che solo ora si sta risolvendo.
Sta di fatto che nemmeno ieri sono arrivate le attese e temute comunicazioni che dichiarano la morte della fabbrica roveretana. Ma è, appunto, questione di tempo. Ieri se ne sono tornati a Roma anche gli inviati della Filtrona che avrebbero voluto essere presenti al momento dell'arrivo dei documenti per organizzare già i primi colloqui. Il capo amministrativo Laurence Mitchell, il rappresentante legale e il commercialista torneranno a Rovereto domenica sera. E' chiaro, a questo punto, che i referenti per i sindacati e i lavoratori in quella che sarà una "dolorosa" trattativa saranno solo loro. L'amministratore delegato, Dylan Jones, rispondendo alle domande del "Trentino" ha assicurato una sua presenza a Rovereto, «ma non ora», ha detto, rinviando al tavolo di trattative tutte le spiegazioni e le informazioni sulla vicenda.
Per il momento, dunque, la produzione continua, seppure in un clima surreale. Il prodotto viene immagazzinato, ma nessuno viene a prelevarlo. Il presidio degli operai continuerà anche oggi e domani con una sorta di staffetta volante, tanto per verificare che l'azienda non azzardi qualche colpo di mano, portando via all'improvviso i macchinari che costituiscono una ricchezza non secondaria dello stabilimento. Tuttavia pare di dover escludere quest'ipotesi, perché la Filtrona non ha alcun interesse (né alcuna necessità) di far precipitare la situazione. E il tempo gioca tutto a favore della multinazionale. All'interpellanza dei parlamentari trentini della Sinistra si è aggiunta ieri anche quella dei colleghi della Margherita Michelini e Betta. Tutti gli ulivisti saranno presenti oggi a Trento in una conferenza stampa durante la quale si tratterà della questione di Filtrona. Ma ora si aspetta con ansia la giornata di lunedì, che aprirà una settimana intensa durante la quale a Roma verrà presentato anche il piano industriale della Bat. E qui sono i dipendenti della Manifattura di Sacco ad attendere con le dita incrociate. Lunedì pomeriggio, alle 15, tutti gli "attori" della crisi Filtrona, politici e sindacalisti, si riuniranno nella sede dell'Agenzia per lo sviluppo per decidere una strategia di intervento e per valutare, soprattutto, la possibilità di un intervento concreto della Provincia per l'acquisto dello stabile ed evitare così ogni tipo di speculazione. Intanto l'ufficio legale del Comune sta studiando l'ipotesi dei sindacati di un intervento per porre "sotto tutela" lo stabilimento, in modo da impedirne lo smantellamento e salvare quindi la ricchezza. Un'operazione simile era stata già tentata ai tempi della Grundig, ma gli appigli legali sono molto fragili, se non addirittura inesistenti. Difficile dunque azzardare forzature che rischiano di diventare un boomerang.