giovedì 22 gennaio 2004
PROVINCIA |
di Robert
Tosin
Maffei:
«Possiamo farci restituire la fabbrica»
Sul
contratto di cessione del terreno a Filtrati nel 1970 c’era anche questa
clausola
LA CRISI DEL
LAVORO
ROVERETO. «Potremmo anche chiedere la restituzione
del terreno sul quale venne costruita Filtrona». Il sindaco sta cercando tra i
cavilli legali tutte le possibilità di mettere alle strette Filtrona: prima di
tutto perchè si degni di affrontare la trattativa sindacale con i propri
dirigenti, anzichè con gli avvocati; e poi per evitare speculazioni e restare
del tutto in mutande. Maffei sta sondando dunque la possibilità che pare gli
suggerisca il contratto del 1970.
Ieri il consiglio comunale convocato appositamente per discutere del
problema occupazionale immediato di Filtrona e, in prospettiva, di tutto il
polo fumo è stato seguito da una cinquantina di lavoratori, interessati a
capire come si sarebbero mossi politici e amministratori per affrontare la questione.
Per la verità, non sono emerse cose nuove, se non il fatto che la mancanza di
un confronto con i dirigenti di Filtrona sta dando sui nervi un po’ a tutti: ai
sindacati, ma soprattutto ai politici.
Il sindaco Maffei ha misurato le parole, ma il suo attacco è stato
ugualmente tagliente. «Se un’azienda come Filtrona vuole essere credibile e
salvaguardare la sua immagine deve avere il coraggio di confrontarsi con i suoi
dirigenti e dire tutta la verità sulle motivazioni che l’hanno indotta a decidere
la chiusura di Rovereto. Alcune giustificazioni sono state smentite da Bat,
altre non stanno in piedi. Non credo che non esistano possibilità di confronto,
a costo di metterci ad un tavolo è studiare un piano di ristrutturazione per
abbassare i costi, se è questo che vogliono».
Ma l’asso nella manica di Maffei è per il momento allo studio degli
avvocati del Comune. «Abbiamo scoperto che il contratto di cessione del
terreno, firmato curiosamente il 7 aprile del 1970 - cioè giusto 34 anni prima
della data di dichiarazione di “morte” - prevedeva l’impegno nei confronti di
Filtrati di mantenere l’occupazione, altrimenti era possibile ottenere la
retrocessione del terreno». In sostanza, quello che firmò allora il sindaco
Benedetti era una sorta di garanzia affinché alla comunità rimanesse comunque
un vantaggio: o i posti di lavoro o il terreno (e si parla di 34 mila metri
quadrati). «Ora non sappiamo quale valore abbia ancora quel contratto dopo così
tanti anni, ma è un dettaglio che cercheremo di approfondire.
Claudio Civettini ha ricordato invece le precise responsabilità politiche
nel settore occupazionale, dove l’Agenzia per lo sviluppo viene utilizzata
sempre quando è troppo tardi ed è necessario rincorrere i drammi. «Sappiamo
benissimo come operano le multinazionali - ha detto - ma tutte le volte
cerchiamo di risolvere i problemi con una finanziaria, senza che poi non cambi
nulla».
Pino Finocchiaro ha invitato ad una mobilitazione generale della città, a
una manifestazione pubblica di sostegno, mentre Francesco Aita - come al solito
controcorrente - ha scatenato mormorii e dissensi tra il pubblico. «E’ inutile
- ha detto in buona sostanza - scagliarsi contro le multinazionali e contro gli
imprenditori: loro fanno solo il loro mestiere, con un unico scopo. Non sono
enti di beneficenza. E stiamo anche attenti a criminalizzare sempre gli
imprenditori che potrebbero trovare molto più tranquillizzante lasciare il
Trentino. Già due anni fa io dissi che la Manifattura era da chiudere, ma nel
mio programma da candidato sindaco avevo anche sottolineato la necessità di
spingere per rendere operativa l’area ex Alumetal e quella delle Casotte. Anche
il sindaco Maffei nel corso degli anni ha fatto queste dichiarazioni, ma siamo
ancora al punto di partenza».
Va dato atto, però, al sindaco che ha approfittato della presenza
dell’assessore Benedetti per chiedere ancora una volta una decisione rapida da
parte della Provincia per offrire degli sbocchi occupazionali in grado di poter
assorbire eventuali crisi, anziché dover sempre rincorrere le emergenze.
Al termine di quasi quattro ore di discussione, il consiglio comunale ha
approvato un ordine del giorno dove, tra l’altro, si chiede un intervento del
Governo per portare i dirigenti Filtrona al tavolo delle trattative e si impegna
la giunta a tutelare in tutti i modi il patrimonio immobiliare.