VENERDÌ, 30 GENNAIO 2004

 

 

Pagina 30 - Provincia

 

E adesso l’Aticarta: cassa integrazione per tutti

 

Mancano commesse dopo il disimpegno Philip Morris. Prosegue il dialogo con Bat

 

 

 

LA CRISI NELL’INDUSTRIA

 

CHIARA ZOMER



 ROVERETO. Un’altra giornata nera per il polo fumo di Rovereto, che ieri ha visto scrichiolare il secondo dei suoi pilastri, l’Aticarta. Il recente incontro a Roma con i vertici Bat, infatti, non ha portato le notizie sperate: per il momento non ci sarà nè un aumento delle commesse nè la garanzia che queste continueranno dopo il prossimo settembre. Risultato: ferie forzate dalla settimana prossima e dal 9 febbraio cassa integrazione ordinaria. Chiesta per 13 settimane e per tutti i 161 dipendenti.
 A portare la notizia, è arrivato l’amministratore delegato in persona, Castiglioni. Una fugace apparizione, giusto il tempo di dire che sì, i timori delle scorse settimane erano fondati. A partire dalle commesse Philip Morris. Cancellate. Il che significa un venire meno del 60 per cento della produzione Aticarta. A fronte di questo l’azienda confidava in Bat che, tuttavia, per ora non si esprime. Dopo un primo annuncio di principio, nel quale garantiva la volontà di mantenere inalterate - anzi di volerle aumentare massicciamente - le commesse ad Ati, le trattative tra le due aziende si sono fatte serrate e difficili. Fino all’ultimo incontro tra i vertici, a Roma. Incontro il cui contenuto - illustrato ieri ai sindacati - non è per nulla incoraggiante: per ora Bat non ha deciso nulla. Rimane fermo l’impegno ad affidarsi a bat fino al settembre di quest’anno. Ma oltre a quella data la multinazionale non si esprime. Si è ancora in fase di trattative e reciproca verifica della qualità del prodotto. Ma l’idea è quella che per il momento Bat stia temporeggiando e dilazionando le commesse, in attesa di fare i conti in casa propria.
 Nel frattempo saranno i lavoratori Ati a pagare, con ferie forzate e cassa integraizone, tutt’intero questo stato di incertezza: «In Ati garantiscono di aver letto tra le righe la disponibilità di Bat, ma non c’è alcuna certezza. E l’azienda reagisce a quella che chiama una “perturbazione temporanea” facendo partire le ferie obbligate dalla prossima settimana. E dal 9 febbraio comincerà un periodo di cassa integrazione ordinaria - spiega davide Cristini, della Cisl - L’azienda per sicurezza chiederà la cassa integrazione per 13 settimane e per tutti i 161 dipendenti, anche se ha già dichiarato di non voler usufruire di tutte le settimane richieste, e di non aevr intenzione di lasciare a casa tutti i lavoratori».
 Il momento è nero, insomma. Anche se non siamo ancora al crollo. Qualche speranza rimane riposta in Bat, ammesso che le trattative con Ati finiscano e finiscano bene per l’azienda roveretana. «Castiglione ha garantito che le trattative con Bat si dovrebbero concludere nelle prossime settimane - conclude Cristini - intanto non resta che aspettare».
 Aspettare e sperare che i prossimi segnali non siano ulteriormente negativi per il polo fumo, che dall’annuncio della chiusura di Filtrona sembra cadere sempre più nel baratro. Oggi Bat presenterà il suo piano industriale e il modo in cui ha deciso di far fronte al ritiro delle commesse Philip Morris. Mercoledì prossimo sarà la volta di Aticarta mentre il 6 febbraio si pronuncerà Filtrona. Spiegando la sua strategia in Italia ed il perchè vuol rinunciare alla fabbrica roveretana.