Dopo aver ritardato per oltre due anni la firma del CCNL Aziende Autonome 1998-2001 (tra l'altro con la perdita di dieci mesi di indennità di vacanza contrattuale) e aver rimandato a data da destinarsi le questioni relative alla progressione economica sia in occasione del contratto integrativo che di quello del secondo biennio economico, le OO.SS. confederali, per mezzo di un arrogante volantino a firma congiunta dei segretari nazionali (si ritrovano tutti e tre d'accordo solo quando ci sono da dare fregature ai lavoratori) annunciavano che in tempi brevissimi (addirittura con sei mesi di anticipo sulla scadenza naturale del CCNL in vigore!) avrebbero firmato un CCNL destinato ai lavoratori ETI e che quindi si sarebbe potuto dar luogo ai trasferimenti.
Le assemblee dei lavoratori di tutti i posti di lavoro, invece, hanno respinto con fermezza l'ipotesi di contratto privatistico, sia complessivamente che con specifiche contestazioni delle numerose norme peggiorative della situazione attuale, che sono in evidente contrasto perfino con la norma - in palese funzione di "lubrificante" - contenuta al comma 8 dell'art. 4 del famigerato D. L.vo 283/98, che recita: "In sede di prima applicazione non può essere attribuito al personale in servizio un trattamento giuridico ed economico meno favorevole di quello ad esso spettante alla data di entrata in vigore del presente decreto....".
I comunicati e le mozioni dei lavoratori contrari al CCNL Alimentaristi - le quali, laddove i confederali hanno acconsentito (bontà loro) a votare, sono state tutte approvate - sono inequivocabili.
Dapprima alla MT di Lecce, quindi al DGM di Ancona, alla MT di Chiaravalle, al CRTS e sedi centrali di Roma, alla MT di Cava de' Tirreni, alla MT di Rovereto, alla MT di Scafati, ai DGM di Firenze, Napoli e Crotone e perfino al DGM e alla MT di Bologna, i lavoratori hanno detto chiaro e tondo ai segretari nazionali di CGIL, CISL e UIL che:
1) respingono con fermezza ogni ipotesi di CCNL privato
2) vogliono conservare l'attuale stato giuridico ed essere ricollocati nella P.A.
Nonostante ciò, imperterriti e incuranti delle numerose revoche di deleghe e della generale perdita di consenso (cfr. elezioni per le RSU alla MT di Cava de' Tirreni), i segretari nazionali confederali hanno persuaso i direttivi riuniti a Roma il ... a tornare sui luoghi di lavoro per "convincere" i lavoratori.
A questo punto i lavoratori dovranno intraprendere un'azione ancora più energica per rivendicare (sia nei confronti dell'Azienda che delle OO.SS. confederali dure d'orecchio) il diritto a decidere delle faccende che li riguardano.