Dopo l'accordo della D.G. del 21/9/2000, lo stesso percorso (assemblea di autorizzazione a firmare un testo fantasma, con promesse sul suo contenuto puntualmente infrante) è stato seguito per il CRTS di Roma, come descritto nel volantino di denuncia ai lavoratori, che contiene anche il testo degli accordi (disponibile anche in formato Acrobat Reader, fedele all'originale). Grazie alla rottura del fronte, le RSU di alcuni posti di lavoro, pressate dall'ETI e dai territoriali confederali, sono state indotte a fimare analoghi accordi anche alla M.T. di Catania (pag. 1, pag. 2), con la RdB contraria, alla M.T. di Firenze (pag. 1, pag. 2), alla D.C.C.T. di Benevento (pag. 1, pag. 2, pag. 3), ecc. In tutti questi accordi si rimanda il problema di trovare i posti per ricollocare i lavoratori dichiarati in esubero a un successivo tavolo con il Ministero delle Finanze. I tempi indicati negli accordi (15 giorni per Roma, un mese a Catania, due a Firenze e Benevento), sono stati però ampiamente superati e ancora non si è avuta alcuna proposta dal Ministero. Il tavolo non si è aperto anche a causa dei problemi legati alla contemporanea ristrutturazione del Ministero delle Finanze e di altri uffici della Pubblica Amministrazione che inducono il Ministero a tenere i posti disponibili per i propri esuberi (cfr. risposta del Ministero alla nuova proposizione di domande di mobilità ex art. 200 D.P.R. 3/1957, in primo tempo esaudite). In altri posti di lavoro (Mesola, Cava, Perugia), invece le RSU hanno ritenuto di non potersi accontentare delle generiche promesse dell'ETI, e si sono opposte a firmare se prima non si identificano con chiarezza i posti disponibili o non venga con certezza limitata la mobilità del personale dichiarato in esubero (cfr. comunicato congiunto RSU, CISL e CSA della DCCT di Cava, pag. 1, pag. 2).
Sul fronte dell'Amministrazione dei Monopoli, dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, il 10/11/2000, della bozza di DPR di regolamentazione del Ministero delle Finanze, ma con il voto contrario di Visco e Bassanini, il Consiglio di Stato, il 4/12/2000 ha espresso a maggioranza (7 contro 5) un parere negativo che comunque non vincolerà la decisione politica del Consiglio dei Ministri a cui tornerà la faccenda. La normativa vigente, infatti, dice che questi DPR devono essere emanati dal Consiglio dei Ministri (che lo ha approvato ad ampia maggioranza) su proposta del Ministro competente (e così è stato), d'intesa con il Ministro del Tesoro (Visco invece non è d'accordo) e "sentito" il Consiglio di Stato, il cui parere quindi è obbligatorio ma non vincolante.